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META.PROJECT

Meta.Project.Art è una start up con sede a Lugano nata dalla passione per l’arte di Elena Rivautella.

La sua missione è popolare il mondo (sia fisico che virtuale) con le visioni umane dei propri artisti. Meta.project partecipa a fiere d’arte contemporanea  per far conoscere talenti internazionali dai molteplici linguaggi, tutti selezionali perché impegnati con professionalità e passione nel proprio percorso artistico e, spesso, per la loro innovazione nel reperire nuovi materiali e nuove forme espressive.

Meta.project offre dunque agli amanti dell’arte sempre nuove proposte anche per un solido investimento in opere d’arte: dalla pittura alla fotografia, all’installazione, alla scultura, agli NFT.

 

META.PROJECT a YouNique Lugano 2024

Meta.project ha il piacere di presentare quest’anno a Younique otto noti fotografi che si sono messi in gioco e, per la prima volta, si sono affacciati al mondo virtuale e agli NFT.

In fiera vengono esposte le loro opere fisiche alle pareti e una selezione dei loro NFT nella galleria virtuale di Meta.Project accessibile indossando il visore. Il visitatore potrà così vivere un’esperienza immersiva nel metaverso.

Gli artisti presentati hanno esplorato, ognuno secondo la propria poetica, aspetti dell’animo umano che, pur se diversi tra loro, appartengono pur sempre ad ogni individuo.

L’emozione e la parte inconscia viene indagata nell’ opera poetica di ALICE SERAFINO, nel sogno di ELENA RIVAUTELLA, nel ritratto di GIORGIO LOTTI e nella figura alla ricerca della propria espressione di DIEGO DOMINICI.

La parte istintuale viene solleticata dalle visioni bidimensionali della natura reale e trascendentale  di DAVIDE JELMINI e CESARE GUALDONI.

La parte razionale viene incuriosita e sedotta dalle opere in bianco e nero derivanti da visioni solide e apparizioni allargate su piu’ prospettive di ANDREA MORI e MAURO GUGLIELMINOTTI.

DIEGO DOMINICI

         

Classe 1980, Diego Dominici si avvicina alla fotografia spinto da una passione viscerale. L’attenzione per i dettagli, la precisione tecnica e il rigore compositivo gli permettono di trasformare questa passione in un mestiere nel 2008, anno in cui inizia a lavorare nell’ambito della fotografia a livello nazionale e internazionale. Attualmente, vive e lavora a Torino, affiancando alla propria professione la continua ricerca fotografica in ambito artistico.

Descrivere i lavori di Diego Dominici vuol dire immergersi nella psiche umana, scavare negli abissi più reconditi dell’inconscio dell’Uomo. L’estetica, punto di partenza e d’arrivo della ricerca artistica di Diego, diventa il mezzo principale attraverso cui sviscerare le ossessioni, le devianze e le incapacità affettivo-cognitive della quotidianità umana: a volte un “pugno nell’ occhio”, altre una carezza, i suoi scatti celano sempre racconti, narrazioni profonde, che squarciano la bidimensionalità dello scatto per indagare i grovigli dell’interiorità umana. All’osservatore la scelta: soffermarsi su un’estetica sempre meticolosamente e rigorosamente studiata e levigata, o approfondire l’indagine.

La serie ATMAN (essenza) – della quale fanno parte le opere esposte – è il risultato di una lunga ricerca estetica, dove l’autore ha utilizzato filtri fisici (vetri,pannelli e vari materiali plastici) attraverso cui ha fotografato svariati soggetti. In questa serie di fotografie, il tessuto costituisce una nuova frontiera, attraverso cui l’essenza dell’individuo si manifesta creando nuove superfici che si muovono tra luci e ombre. Si forma così una nuova “pelle”, che diventa sia involucro sia superficie.

Il soggetto si palesa attraverso un gesto volontario creando nuove forme sulla superficie le quali divergono dalla volontà del soggetto, facendo così divergere il significato dal significante. Atman è un progetto fotografico che ci parla di problemi di comunicazione e di relazione, della distanza e dell’isolamento, dell’accettazione e della volontà di reagire.

CESARE GUALDONI

         

Cesare Gualdoni presenterà a YouNique

“Due non è il doppio di uno, ma l’… opposto”.

 

Le immagini sono state scattate nell’isola di Kefalonia Grecia nell’agosto 2023, con doppia esposizione in ripresa.

Sono proposte in limited edition di /5 (+01 prova d’artista) on demand (10×15 cm free edition), stampate su carta Hahnemühle Baryta, montate su alluminio Dibond, formato 50×75 cm o 60×90 con cornice “ArtBox” in alluminio, profilo 25 mm o 50 mm (Nero o Naturale)  .

Le immagini sono accompagnate da  NFT ad ulteriore certificato dì autenticità!.

 

BIOGRAFIA

Cesare Gualdoni è nato a Milano il 2 settembre 1959.

È fotografo professionista di orologi e gioielli da 35 anni.

Ha insegnato fotografia per 40 anni.

Negli anni ’80 ha esposto “VIDICON” alla Libreria Utopia di Milano  e le sue “Affiches” di orologi al “Mercante in Fiera” di Parma.

Nel 2022  ha presentato i suoi lavori “Flowers and Vegetables” al Mia Photo Fair di Milano e al WOPART di Lugano  “Paris Double Shots”.

Al Photofestival di Milano, sempre nel 2022,  ha esposto “Monti Sibillini Zen” e “Val di Fassa, non solo Vaia”.

Nel 2023 propone “VIDICON 1980/81” al Milano Sunday Photo e alla galleria ONOFF.

Partecipa al “Fiori Salone” nell’ambito del “Fuori Salone del Mobile” di Milano.

MAURO GUGLIELMINOTTI

         

Nasce a Torino il 2 febbraio 1956.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica, si laurea in Ingegneria Nucleare presso il Politecnico di Torino.

Inizia a fotografare nel 1983 e nel corso degli anni seguenti frequenta stage con Franco Fontana, Klaus Zaugg, Frederic Brenner, Mario De Biasi. Dal 1997 ha pubblicato da solo o con altri fotografi vari libri quali “La Manifattura Tabacchi di Torino” per la Provincia di Torino, “Le cattedrali del lavoro” per conto dell’editore Allemandi, a cura della Fondazione Italiana per la Fotografia, “L’isola che c’è” per le Ed.Morra, “La spesa un’avventura da nuovo millennio” per conto del Gruppo Carrefour/GS, “A tutto campo”, edito dalla casa Editrice Loescher, e servizi per vari manuali di lingue per le Edizioni Loescher e DeAgostiniScuola e per il libro “Europa domani” ed.Jouvence e nel 2014 « Istanbul » per Arca Edizioni.e nel 2021 « Detroit in my life » con Iger&Partners Sue fotografie sono state conservate presso la Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino e ora la GAM Torino.

 

Ha tenuto lezioni di arte visiva presso Scuole nei pressi di Torino, presso la Fondazione Italiana per la Fotografia, e per l’Associazione noprofit Unponteper, ed è stato Perito del Tribunale di Torino per controversie in campo fotografico.

Ha esposto in vari luoghi, dal 1987 partecipando alla Biennale Internazionale di Fotografia di Torino nella sezione Giovani Autori, al Palais de l’Unesco a Parigi, ricordando tra gli altri la Maison d’Italie a Parigi, alcune gallerie d’arte torinesi e milanesi, la Fondazione Italiana per la Fotografia, l’Università di Losanna, Celle Ligure, Senigallia, Parma per un progetto Telecom, varie librerie in Italia tra cui la libreria del Manifesto a Roma e Feltrinelli a Milano, a Milano per la Fondazione Nava per la Giornata Mondiale Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, nel 2009 alla Biennale di Venezia nel padiglione Kurdistan, poi negli anni seguenti ancora a Parigi. alla Galérie Levy e a Torino in esposizioni vari .  

 

Attualmente alcune sue fotografie sono presso la Galleria Cristiani di Torino e la Galleria Art Research a Parigi. Associato TauVisual Associazione Fotografi Professionisti Italiani,  da cui ha ricevuto una menzione d’onore per il reportage di approfondimento nel 2008 e una segnalazione nel 2009, ha collaborato per anni con l’Agenzia Grazia Neri e poi con Farabola.  

Attualmente fa parte del Gruppo di fotogiornalisti italiani BuenaVista Photo e collabora con l’Agenzia Bridgeman .

E’ stato cofondatore della rivista di fotogiornalismo ilReportage , di cui è stato per diversi anni il photoeditor. Si occupa prevalentemente di fotogiornalismo e di reportage sociale e di viaggio.

Vive e lavora tra Parigi e Torino.

DAVIDE JELMINI

         

Vive e lavora tra Lugano e le Isole Baleari.

Al termine della carriera sportiva professionistica, si dedica allo studio e all’attenta analisi di tutti gli elementi che contraddistinguono il corpo umano. Terapia, sviluppo personale ed emotivo, sono solo alcune delle caratteristiche affrontate durante la sua formazione.

Ispirato fin da piccolo dagli scatti di Yann Arthus-Bertrand, negli ultimi anni si è concentrato su giochi prospettici, interpretando in modo personale e non convenzionale angoli e dettagli. Le forme che nascono dagli scatti danno vita ad insolite composizioni magiche ed emozioni.

Artista poliedrico e appassionato di fotografia, visionario e amante della natura, ama scoprire punti di vista anticonformisti, che danno l’opportunità di scoprire la magia dell’“arte naturale” che ci circonda.

Premi:

2021 Honorable mention in Abstract Category in Chromatic Awards with “Nomed”

GIORGIO LOTTI

         

Giorgio Lotti nasce a Milano nel 1937.

Inizia a lavorare come fotografo nel 1957, collaborando come free-lance per alcuni quotidiani e settimanali quali “Milano Sera”, “La Notte”, “Il Mondo”, “Settimo giorno”, “Paris Match”.

Nel 1964 entra nello staff di Epoca sotto la direzione di Nando Sampietro dove rimane fino al 1997, anno di chiusura del giornale. Ha poi lavorato fino al 2002 a Panorama.

Nel frattempo, nel 1973, per un reportage fatto in Cina, viene insignito del premio “The World Understanding Award” dalla University of Photojournalism, Columbia,

Nello stesso anno, durante uno dei numerosi viaggi in Cina, realizza il ritratto ufficiale di Zhou en Lai, la foto più stampata al mondo (oltre cento milioni di copie).

Ha partecipato  inoltre a numerose edizioni del Sicof a cura di Lanfranco Colombo e, proprio nel corso del 16° Sicof, nel 1995, viene premiato con l’“Horus Sicof 1995” per il ruolo svolto nel campo della fotografia italiana

Si susseguono numerosi premi: dalla città di Venezia quello per i suoi reportages sulla Serenissima;

nel 1994, a Modena, il prestigioso premio letterario “Città di Modena”; nel 2020, a Bibbiena, riceve dalla Fiaf il premio “Maestro della Fotografia Italiana”.

Alcune sue immagini sono conservate nei musei americani, di Tokio, Pechino, al Royal Victoria Albert Museum di Londra, al Cabinet des Estampes di Parigi, al Centro Studi dell’università di Parma, alla Galleria Civica di Modena.

Negli ultimi dieci anni si è dedicato alla ricerca fotografica nel campo del colore e dell’arte.

 

Tra i molti libri pubblicati sono da ricordare “Venezia muore” (Milano, 1970), “Il Duomo Avvelenato” (Persico Editore, 1972), “Il Teatro alla Scala” (Mondadori, 1978), “Luce Mare” (Baldini editore 1981), “Cina, Cina, Cina” – con prefazione di Deng Xiao Ping – (Baldini editore 1986), “Firenze 1966, il diluvio dell’ira e del miracolo” (Nicolini editore, 1991) con testi di Guido Gerosa e Daniela Palazzoli.

Monografie: “Giorgio Lotti, speciale monografia”, Progresso fotografico, settembre 1978, a cura di Attilio Colombo

“I grandi fotografi”, Gruppo Editoriale Fabbri, 1982, con testi di Romeo Martinez, Bruno Munari e Attilio Colombo

“Cento anni di cinema”, Fotopratica, 1995

“40 anni di storia raccontati  dai grandi fotografi di Epoca”, Fotopratica, 1997, a cura di Laura Leonelli e Gianni Baumberger

ANDREA MORI

         

Andrea Mori nasce a Roma nel 1961 ed è docente di Matematica all’Università di Torino.

Impara presto la teoria e la pratica fotografica accompagnando il papà fotoamatore in giro per la città.

Sacrificata per lungo tempo a vantaggio di altri traguardi, riscopre la fotografia in tempi più recenti ed inizia ad usarla come mezzo di espressione artistica. Dopo aver sperimentato vari generi si concentra sulla fotografia architettonica dove, col tempo, sviluppa un progetto ed uno stile personale la cui ispirazione può rintracciarsi alla pittura metafisica, alle ambiguità surrealiste, alle geometrie di M.C. Escher.

 

Progetto

Nel progetto Solid Dreams dettagli o parti di edifici vengono decontestualizzati e trasformati in immagini più astratte dove si esalta la geometria delle componenti. I chiaroscuri e le ombreggiature contribuiscono a dotare le immagini di una metafisica onirica ed ambigua. L’obiettivo è quello di stimolare una riflessione sulle interazioni tra spazio e forma e la loro percezione.

L’ispirazione si può far risalire alla pittura metafisica, alle complicate geometrie di Escher, a certe ambiguità di Magritte.

 

Premi:

Medaglia d’oro: Tokio Int.al Foto Awards (2022)

Medaglia di bronzo: reFocus Awards (2023)

Menzioni onorevoli: Tokio Int.al Foto Awards (2021), Monochrome Awards (2021, 2022), Monovision Awards (2022)

ELENA RIVAUTELLA

         

Elena Rivautella si avvicina alla pittura grazie allo Tsunami che, nel 2004, sconvolse il sud-est asiatico.

Sopravvissuta miracolosamente all’evento, Elena, tornata in patria, sente l’urgenza di trasferire su tela le emozioni che a voce non potevano essere espresse. Di quel periodo le opere potenti e “urlanti” di quello che lei definisce il proprio periodo “sciamanico” popolato da figure inquietanti.

Dopo anni, all’urlo si è sostituito il canto e la sua pittura è diventata astratta. Dall’olio l’artista passa ai colori liquidi, intervenendo nel loro fluire e nella loro incontrollabilità ottenendo opere di inaspettate visioni fantastiche, che lasciano trasparire le emozioni del momento creativo.

Negli ultimi anni l’artista si è appassionata anche di fotografia digitale.

Le sue forme, sia in pittura che in fotografia, alludono e mai dichiarano, lasciando libero l’osservatore di trovare la propria collocazione all’interno dell’opera.

Nei confronti della fotografia l’Artista adotta il medesimo approccio avventuroso. Con questo mezzo adora ritrarre le proprie conturbanti visioni utilizzando corpi fisici (piante, fiori e corpi umani).

L’imprinting iniziale è comunque sempre presente: Elena infatti ama indagare la follia e si diverte a riversarla in tutte le sue opere che spaziano con inarrestabilità tra pittura, fotografia e arte digitale.

Numerose le sue esibizioni in Italia e all’estero. Vive tra il cuore delle Langhe e le acque del lago di Lugano.

www.rivautellaelena.com

https://www.instagram.com/elena_rivautella

https://www.instagram.com/elenarivautella

https://www.facebook.com/elena.rivautella

ALICE SERAFINO

         

Alice Serafino (Pinerolo,1980).

Alice è un’artista visuale che lavora principalmente con materiali preesistenti (sia naturali che artificiali). Ama le vecchie fotografie e gli oggetti che spesso diventano la materia prima dei suoi lavori. Le tecniche che utilizza prevalentemente sono la cianotipia, il fotogramma, l’incisione e il collage.

Dopo essersi laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti ha continuato ad approfondire la propria ricerca negli ambiti della fotografia, dell’illustrazione e della grafica.
Negli ultimi anni ha esposto i propri lavori sia in Italia (Torino, Genova, Roma, Cagliari, Milano, Bologna, Venezia, Trieste) che all’estero (Istanbul, Praga, Londra, Budapest).

Nel 2018 vince a febbraio il Premio N.I.C.E. Paratissima Bologna e a novembre il Premio Art Gallery Paratissima Torino. Nell’ottobre 2019 viene selezionata tra i finalisti della IV edizione del Premio Internazionale di Arte Contemporanea LYNX e vince il premio Be Art Builder.

Nel febbraio 2021 viene selezionata tra i finalisti al Premio Arte Laguna e quattro opere della serie ’Naturalia’ vengono esposte negli spazi dell’Arsenale Nord di Venezia a Ottobre 2021 insieme alle altre opere finaliste.

Vive e lavora a San Secondo di Pinerolo (Torino).

Richiedi contatto   

Meta.Project

Galleria d’Arte

Via Soave 1, Lugano, Svizzera

T. (+41) 76 8050368

Vedi anche: