Alessandro Rametta nasce nel 1974 a Milano, città in cui vive e lavora. Scultore autodidatta, Maestro d’Arte, attento e silenzioso ricercatore, folgorato all’età di sedici anni dalle infinite possibilità del metallo, sente l’eco di memorie lontane, il familiare richiamo di una materia che custodisce antichi segreti. Un’intuizione che diviene presto vocazione, un trasporto interiore di cui sente la responsabilità. Studia filosofia all’università degli Studi di Perugia dove inizia ad esplorare il rapporto tra uomo materia e tecnica: una dialettica complessa all’interno dell’arte e della filosofia che continuerà ad approfondire nel desiderio ossessivo di scorgere la matrice, l’antica intuizione di questo prodigioso rapporto. Fonda nel 1997 La Fucina di Efesto, luogo di ricerca al confine tra arte, design e architettura. Sviluppa sin dal principio del suo percorso di studio e di ricerca una tecnica propria, raffinatamente originale. Apprende e sperimenta diverse tecniche scultoree e pittoriche sui metalli, che a suo avviso ancora oggi, dopo millenni, possiedono fra tutti i materiali il più alto potenziale espressivo ancora da esplorare. Nel 2019 presenta per la prima volta due tecniche inedite completamente inventate, la “Barba del filosofo” su lega di rame e stagno e “Astroblema” su acciaio inossidabile, segnando l’inizio di una nuova stagione di straordinario fervore. Il rapporto riflessivo con la materia e i lunghi tempi scultorei legati ai suoi cicli di lavorazione, consentono ad Alessandro di dedicarsi ad una produzione di opere uniche. Collabora con i Maestri dell’arte e del design, scolpisce per collezionisti in Italia e all’estero, inizia giovani al mestiere e al fare etico, crede nella quotidiana disciplina della mano, della mente e dello spirito. “E’ la via silenziosa, delle prove quotidiane e della pratica, non la via dei discorsi, un agire filosofico, un lavoro di sé sul sé, nobilitando i metalli nobilito me stesso, un’antropo-tecnica e un’etica creativa che si realizzano nel gesto e nell’azione”. FILOSOFIA “La fucina, luogo sacro di trasmutazione dei metalli, un antro magico dove il fuoco alimenta il desio dell’inafferrabile, dove l’uomo, elevatosi a demiurgo, astrae dal primordiale e incandescente metallo. In questo misterioso passaggio dallo stato solido del metallo allo stato magmatico e di nuovo allo stato solido si cela l’inesauribile poetica di un linguaggio ancestrale libero dal tempo, eternamente presente, si sprigiona tutta la tensione sotterranea della materia sensibile e delle sue intrinseche leggi, l’ardore vitale della tacita conoscenza.” Questa diretta conoscenza del fare artistico, questa forza arcaica del dominio del fuoco consacrano il profondo sodalizio tra l’idea e il gesto, tra la materia e il corpo. Caratterizzata da una pionieristica ricerca, l’intera produzione di Alessandro Rametta si manifesta sin dai suoi esordi, attraverso l’autenticità di un linguaggio libero, aperto e in costante rinnovamento, per il coraggio dello scarto rispetto a modelli acquisiti. Votato all’esplorazione, Alessandro indaga il senso profondo dell’arte in stretto rapporto con la forza intuitiva e progettuale dell’esperienza. ALESSANDRO RAMETTA LA FUCINA DI EFESTO
Tale processo creativo attraversa l’idea della Vita, della genesi, della fecondità e del sacrificio, è il rituale sacro del passaggio, della metamorfosi, della trasformazione, suggella l’eterna alleanza tra i Signori del Fuoco e la Grande Mater, si concretizza nella pratica esistenziale della ripetizione del gesto, alimentata dalla volontà dell’eterno, dell’immortalità dell’opera.Vedi anche: