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PUNTO SULL’ARTE

PUNTO SULL’ARTE è una Galleria di riferimento per l’arte figurativa contemporanea italiana e internazionale. Con tre spazi espositivi a Varese, ha una posizione strategica, a pochi kilometri da Milano, dal confine con la Svizzera e dal Lago Maggiore. Realizza almeno sette mostre all’anno nei suoi spazi espositivi e dal 2012 partecipa regolarmente a riconosciute Fiere d’Arte Moderna e Contemporanea. Da sempre è impegnata nella promozione di pittori e scultori contemporanei. La curiosità e sensibilità verso ciò che si muove nel panorama artistico mondiale è stata ed è ancora oggi una delle chiavi del successo della Galleria, in grado oggi di vantare un importante portfolio di artisti provenienti da ogni parte del mondo. Tuttavia, la galleria rimane fortemente improntata alla scoperta e alla promozione di artisti italiani, dalla sensibilità contemporanea e di riconosciuta qualità.

Tra i pittori rappresentati si segnalano gli italiani Matteo MassagrandeSilvio Porzionato, lo sloveno Jernej Forbici, l’americano Brian Keith Stephens, il cileno Federico Infante, gli iperrealisti italiani Valentina Diena, Sabrina Milazzo, Roberto Bernardi e Ottorino De Lucchi. Tra gli scultori è presente l’Artista di fama internazionale Annalù, autrice di elaborate opere in resina, tra cui i famosi “Dreamcatcher”, la talentuosa Valeria Vaccaro, abilissima nella lavorazione del Marmo bianco di Carrara, la norvegese Lene Kilde che da sempre realizza opere ispirate alle emozioni e personalità dei bambini. Scultori di fama Internazionale che lavorano il bronzo sono gli italiani Alex Pinna e Matteo Pugliese  e il giapponese Kyoji Nagatani. 

Sotto la guida di Sofia Macchi, svedese di origini e trapiantata nel nord Italia negli anni ’90, la Galleria ha sempre portato avanti un’impostazione chiara e limpida, decidendo fin da subito di esporre le quotazioni delle opere sia negli spazi in Galleria che nelle Fiere di Settore. PUNTO SULL’ARTE ha da sempre dato molta importanza ai canali digitali attraverso un sito internet completo e approfondito, principali social network con la possibilità di vistare la Galleria e le mostre in corso attraverso Tour Virtuali in 3D e consultare i Cataloghi online. La Galleria è inoltre presente sulla piattaforma digitale Artsy, tra le più importanti al mondo, e dal 2012 è membro dell’Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea ANGAMC.

Ecco gli artisti di PUNTO SULL’ARTE che saranno protagonisti a YouNique 2025:

Angelo Accardi

Alessandro Papetti 

Alex Pinna 

Annalù

Jernej Forbici

Kyoji Nagatani 

Lene Kilde

Matteo Massagrande

Roberto Bernardi

Silvio Porzionato 

Valeria Vaccaro

ANGELO ACCARDI

Angelo Accardi è uno dei pittori contemporanei più apprezzati per la sua arte innovativa e fresca. Un elemento distintivo delle sue creazioni è la presenza di struzzi, animali che l’artista colloca in contesti sorprendenti e inusuali, fondendo riferimenti alla cultura pop. Questa combinazione conferisce alle sue opere un carattere unico, rendendo gli struzzi il suo vero marchio di fabbrica. Accardi riesce a rinnovare il linguaggio artistico, creando un mix di elementi ludici e profondi. Le sue opere non solo catturano l’occhio per i colori vivaci, ma invitano anche a una riflessione critica sul mondo contemporaneo. Un aspetto centrale della sua produzione è il ciclo “Misplaced”, dove gli struzzi vengono rappresentati in spazi inaspettati, come musei o stanze, generando un effetto straniante. Questa collocazione spinge lo spettatore a interrogarsi sul significato di ciò che è considerato “fuori luogo”. Sostituendo la figura umana con gli struzzi, Accardi suggerisce una critica all’incapacità di molte persone di interagire con l’arte. Quando gli struzzi si trovano nelle strade, l’iniziale ambiguità della scena diventa sorprendentemente familiare, ironizzando sulla facilità con cui possono essere sostituiti gli esseri umani in contesti quotidiani.

Nato nel 1964 a Sapri, in provincia di Salerno, Accardi intraprende il suo percorso artistico dopo una breve esperienza all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Negli anni ’90, apre uno studio personale a Sapri, dove sviluppa il suo stile distintivo. Dal 2017, è diventato un artista richiesto a livello globale, guadagnando l’attenzione dei collezionisti più attenti.

ALESSANDRO PAPETTI

 

Alessandro Papetti è un artista contemporaneo di spicco, noto per la sua esplorazione dell’archeologia industriale. La sua ricerca si concentra sui cantieri navali, luoghi che raccontano storie di lavoro e abbandono. Le opere di Papetti si caratterizzano per dimensioni imponenti e una capacità di catturare l’essenza dei porti industriali. Attraverso la rappresentazione di enormi scafi, l’artista trasmette una sensazione di grandezza e vulnerabilità, mettendo in luce la fragilità di strutture che un tempo erano simboli di potenza. Ha visitato fabbriche dismesse in Russia e nel 2012 ha realizzato una mostra personale presso il Museo dell’Architettura di Mosca, evidenziando l’importanza delle sue opere nel panorama contemporaneo. La sua capacità di fondere arte e architettura, insieme all’attenzione per la storia industriale, rende il lavoro di Papetti un contributo significativo alla riflessione sull’eredità culturale.

Nato a Milano nel 1958, Papetti inizia la sua carriera negli anni 80, guadagnando attenzione attraverso prime esposizioni nella scena artistica italiana. Tra il 1988 e il 1990, realizza il ciclo “Ritratti visti dall’alto,” attirando l’attenzione della critica grazie a un articolo di Giovanni Testori. Negli anni ’90, evolve con il ciclo “Reperti,” analizzando forme e tracce lasciate dal tempo in spazi come atelier e fabbriche. Dal 1992, esplora l’archeologia industriale, culminando in una mostra ai Musei Civici di Villa Manzoni a Lecco nel 1996. Nel nuovo millennio, introduce il ciclo “Acqua,” rappresentando figure sospese in piscine o in procinto di immergersi in mari scuri. I “Cantieri navali” diventano un tema centrale, con opere dedicate ai porti industriali. Papetti ha partecipato a mostre significative, come “Il disagio della pittura” nel 2005 e alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2011. Negli ultimi anni, ha esposto in fiere d’arte e collaborato con gallerie prestigiose.

ALEX PINNA

 

Alex Pinna è un rinomato scultore italiano le cui opere sono amate ed esposte in tutto il mondo. Le sue creazioni in bronzo presentano figure slanciate che evocano una poetica simile a quella di Giacometti, ma con una leggerezza che smorza la cupa drammaticità tipica delle sue opere. Questo approccio conferisce ai suoi soggetti un melanconico sorriso, rendendoli immediatamente accessibili e riconoscibili. Profondamente appassionato di fumetti e di ogni linguaggio artistico in grado di comunicare direttamente al cuore, le figure esili di Pinna raccontano umanità in equilibrio, in continua ricerca di stabilità. L’artista riesce a trasmettere emozioni senza dover ricorrere a espressioni facciali elaborate; piuttosto, cattura il semplice incurvarsi pensoso di una schiena o l’inclinarsi del corpo in situazioni precarie. Questa scelta stilistica lascia lo spettatore con un sottile senso di instabilità esistenziale, invitandolo a riflettere sulla fragilità e sulla complessità dell’esperienza umana. 

Dal 1993, Pinna ha partecipato a mostre personali e collettive di successo, esponendo regolarmente il suo lavoro alle più prestigiose fiere d’arte in Italia. Tra le ultime mostre si ricordano “Sali” al Porto di Tropea (2020) e “Twixt Land & Sea: Tales” al Palazzo Bevilacqua Ariosti di Bologna in occasione di Arte Fiera (2018). Il suo lavoro è stato presentato anche a livello internazionale in città come Shanghai, Tel Aviv, Londra, New York, Los Angeles e Monaco. Attualmente, alcune sue opere fanno parte della mostra personale “Alex Pinna. Uncle Twin Exhibition. Agility and Power in Alex Pinna’s Work” presso il Katara Art Centre di Doha. Docente della cattedra di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, le opere di Pinna fanno parte di collezioni private in tutto il mondo.

ANNALÙ

Annalù è autrice di sculture in vetroresina richieste da gallerie di tutto il mondo, da Dubai a Singapore e New York. Le sue opere si focalizzano sul momento di transizione tra uno stato e l’altro della materia, creando un equilibrio dinamico affine alla scienza alchemica. Il suo progetto artistico rompe gli schemi contemporanei; l’ossimoro alla base della sua poetica è evidente nel suo lavoro: sculture che si impongono in tre dimensioni e sembrano liquide. Tra le opere più conosciute ci sono i Dreamcatcher, grandi sculture a parete ispirate agli acchiappasogni, composte da farfalle o foglie di ginkgo di carta, ricoperte di resina e ritoccate con inchiostro. Accanto ai Dreamcatcher, Annalù ha sviluppato altre serie straordinarie: i Fukinagashi, alberi le cui fronde sono formate da miriadi di farfalle, e i Book, opere in cui libri coperti da foglie d’oro, argento o rame sono trafitti da frecce, generando un’esplosione liquida. Ha creato opere d’arte di tutte le dimensioni, da 15×15 cm a installazioni monumentali.

Nata a San Donà di Piave (Venezia) nel 1976, Annalù si laurea nel 1999 all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in Italia e all’estero (Stati Uniti, Dubai, Cina, Hong Kong, Francia, Germania, Belgio, Slovenia, Svizzera, Regno Unito, Singapore, Russia). Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 2001 e nel 2011, vincendo premi e menzioni. Nel 2009, è stata selezionata come rappresentante italiana al Moya Museum di Vienna. Le sue opere sono esposte in musei italiani e stranieri e fanno parte della collezione permanente del MACS di Catania e del MIM – Museum in Motion di Piacenza. Nel 2020, una sua scultura è stata acquisita dalla Fondazione VAF tedesca. Nel 2024, Annalù è stata scelta dall’azienda di arredamento e design Reflex per realizzare due pezzi iconici presentati durante la Design Week milanese. Vive e lavora tra Jesolo e Dubai.

JERNEJ FORBICI

 

L’artista sloveno Jernej Forbici affronta con intensità il tema del cambiamento climatico nei suoi dipinti, esplorando il contrasto tra la bellezza naturale della sua terra e le conseguenze delle pesanti industrie circostanti. I suoi lavori catturano paesaggi mozzafiato, rivelando al contempo un ambiente compromesso e invitando alla riflessione sull’impatto umano sulla natura. Nonostante le sfide, Forbici celebra la resilienza della natura, sempre capace di rinascere e rigenerarsi.

Recentemente, ha avviato una nuova serie intitolata Auri Sacra Fames,” in cui utilizza per la prima volta la foglia d’oro, arricchendo visivamente le sue opere e simboleggiando la ricerca di un equilibrio tra valore estetico e realtà ambientale. Questa nuova direzione artistica stimola una profonda riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente e sulla necessità di preservarlo.

Nato a Maribor (Slovenia) nel 1980, Forbici ha studiato al College for Visual Arts di Lubiana e si è laureato con lode in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1999, le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in Europa, Stati Uniti, Canada, Argentina e Cina. Ha partecipato a importanti biennali, tra cui la 51° e 53° Biennale di Venezia. Nel 2009, l’Accademia di Belle Arti di Venezia gli ha dedicato una retrospettiva, mentre nel 2012 ha ricevuto una borsa di studio dal Ministero della Cultura Sloveno per una residenza a Londra. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo. Attualmente, vive e lavora tra Kidričevo, Ptuj (SI) e Vicenza.

KIOJI NAGATANI

 

Le sculture in bronzo dell’artista giapponese Kyoji Nagatani rappresentano un connubio tra sogno, poesia e arte, offrendo un’occasione per una riflessione critica sull’estetica contemporanea. La sua opera si distingue per la capacità di evocare emozioni profonde attraverso forme astratte, comunicando un messaggio potente e universale. Nagatani esplora vari formati, dalle sculture più piccole a opere monumentali che sfidano le dimensioni tradizionali. Questa versatilità gli consente di interagire con gli spazi in modi inediti, invitando lo spettatore a una contemplazione attenta e personale. Le sue sculture possono essere lette come metafore del tempo e della natura, in cui i concetti di colonna, terra, cielo e vento si intrecciano in un dialogo continuo. Ogni opera diventa un punto di partenza per esplorare la relazione tra l’uomo e l’immateriale, tra sogno e realtà. Questi elementi chiave non solo definiscono il linguaggio artistico di Nagatani, ma anche il suo impegno a riflettere sulle dinamiche esistenziali che ci circondano. Le sculture di Kyoji Nagatani non sono semplicemente opere d’arte, ma veri e propri inviti a un viaggio interiore, dove sogno e poesia si fondono per dar vita a un’esperienza estetica unica.

Nato a Tokyo nel 1950, Kyoji Nagatani si laurea all’Università delle Arti di Tokyo e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha ottenuto risonanza internazionale, con opere in collezioni private e musei. Ha realizzato opere monumentali come il Monumento per il Teatro Comunale di Hachioji a Tokyo e “La Porta del Vento” per l’Open Air Museum di Hakone. In Italia, ricordiamo “Il Seme” per la Scuola Edile di Bergamo e la “Porta della memoria” a Chiesa in Valmalenco. Ha partecipato a numerose mostre collettive e fiere di settore, presentando il suo lavoro in prestigiosi contesti espositivi. Nagatani continua a vivere e lavorare tra Italia e Giappone, contribuendo attivamente alla scena artistica contemporanea con il suo approccio unico e innovativo.

LENE KILDE

 

L’artista norvegese Lene Kilde è rinomata per le sue sculture figurative, che catturano l’essenza delle emozioni e delle personalità dei bambini. Secondo Kilde, il linguaggio del corpo infantile rappresenta la forma più autentica di comunicazione. Attraverso l’uso di calcestruzzo e rete metallica, l’artista fissa ogni posa infantile, realizzando sculture che presentano mani e piedi, mentre i frammenti di vestiti vengono creati con meticolosa precisione. Le sue opere, spesso “incomplete”, invitano gli spettatori a riempire le lacune visive, stimolando la loro immaginazione e rievocando ricordi d’infanzia. Ogni scultura, composta da “cemento, maglia metallica e aria”, riesce a trasmettere un forte senso del carattere dei soggetti. I bambini curiosi sono rappresentati in punta di piedi, mentre i più timidi si mostrano con posizioni goffe e dita raggomitolate. Al contrario, gli avventurosi si presentano in pose sicure, con pugni serrati e accompagnati da oggetti di scena evocativi.

Nata a Rælingen, vicino Oslo, nel 1980, Lene Kilde ha intrapreso un percorso artistico significativo. Ha studiato presso la Scuola d’Arte di Asker e ha proseguito la sua formazione in scultura alla Einar Granum School of Art di Oslo. Nel 2012 ha conseguito un Master in Design del Prodotto all’Oslo and Akershus University College, ricevendo successivamente una borsa di studio triennale dal Norwegian Arts Council. Kilde ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Europa, Svizzera, Stati Uniti, Dubai, Libano e Taiwan, partecipando a fiere di settore di prestigio come SCOPE Basele SCOPE Miami. Dal gennaio 2022, è rappresentata in Italia dalla Galleria PUNTO SULL’ARTE a Varese. Le sue sculture sono parte di collezioni private in tutto il mondo, e una grande installazione è stata acquisita dalla NRK, la principale azienda pubblica di teleradiodiffusione norvegese. Attualmente, Lene Kilde vive e lavora in Svezia.

MATTEO MASSAGRANDE

 

Matteo Massagrande è uno dei maggiori esponenti della nuova arte figurativa italiana. Nei suoi dipinti rappresenta stanze piene di echi lontani, voci dimenticate, ricordi e nostalgia, ombre e nebbie, un passato che si rifiuta di essere dimenticato. I suoi interni sono luoghi abbandonati, abitati da una sola e vera protagonista: la luce. Una luce morbida, torbida, polverosa e fluttuante, che a volte entra prepotentemente dalle enormi finestre che si aprono su immensi giardini primaverili, altre volte si insinua delicatamente attraverso le fessure. Essa abita quelle stanze, trasformando il loro vuoto in presenza intensa e vivida. Come dice l’artista: “l’assenza non è il contrario della presenza, ma piuttosto un luogo senza fastidi o distrazioni. Una condizione fondamentale per scoprire l’essenza nascosta.”

Nato nel 1959 a Padova, Matteo Massagrande inizia ad esporre nel 1973, partecipando a mostre collettive e a concorsi in tutta Italia, dove ottiene fin da subito riconoscimenti. Ha all’attivo oltre cento mostre personali in Italia e all’estero e alcune sue incisioni sono entrate a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze. Tra le ultime esposizioni si segnalano la personale “Canto dolente d’amore” (ultimo giorno di Van Gogh) presso la Basilica Palladiana a Vicenza (2017), la mostra “In my room: artists paint the interior 1950-NOW” presso il The Fralin Museum of Art negli Stati Uniti (2018), e l’esposizione “Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita” accompagnata dal catalogo “Van Gogh i colori della vita” al Centro San Gaetano a Padova. Ha partecipato anche alla mostra “Ungaretti Poeta e Soldato” (2024) al Museo di Santa Chiara a Gorizia.

ROBERTO BERNARDI

L’arte iperrealista di Roberto Bernardi, uno dei maestri più acclamati a livello mondiale. Le sue opere trasformano dolciumi in vere e proprie sculture visive, invitando a riflettere sulla cultura contemporanea del consumo. I suoi dipinti, dai dettagli straordinari e dai riflessi brillanti, sembrano fotografie, mentre le sculture di macaron e Oreo sono così realistiche da stuzzicare il palato.

Nato a Todi nel 1974, Bernardi ha affinato la sua tecnica a Roma e Manhattan, partecipando a progetti artistici di rilievo. La sua arte è stata esposta in musei prestigiosi come il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Museo di Belle Arti di Bilbao, il Kunsthal Museum di Rotterdam, il New Orleans Museum of Art e l’Oklahoma City Museum of Art. Ha anche partecipato alla Biennale di Realismo Contemporaneo presso il Fort Wayne Museum of Art negli Stati Uniti.

Bernardi ha realizzato mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra cui Hyperrealism in the Blanca and Borja Thyssen-Bornemisza Collection presso il Museo Thyssen-Bornemisza nel 2022, dove una sua opera è stata acquisita per la collezione. Le sue opere sono state battute all’asta da Sotheby’s e Phillips, raggiungendo ottimi risultati.

SILVIO PORZIONATO

  

Silvio Porzionato è un pittore figurativo la cui opera si concentra sulla rappresentazione della figura femminile. I suoi ritratti, realizzati in grandi oli su tela, si distaccano dai canoni tradizionali, catturando l’essenza delle donne attraverso scatti fotografici realizzati per strada. Invece di ritrarle in contesti intimi, Porzionato mette in risalto la loro forza interiore e bellezza attraverso primi piani statuari, evidenziando non solo l’estetica ma anche la complessità dei suoi soggetti. Ogni dipinto diventa un viaggio nell’animo femminile, con figure che si mostrano ammiccanti, sognanti e decise, invitando alla riflessione su temi di potere, vulnerabilità e rappresentazione. La sua arte è un invito a esplorare la multidimensionalità delle donne, creando un dialogo tra l’osservatore e le sue opere.

Nato a Moncalieri (TO) nel 1971, Porzionato ha iniziato il suo percorso artistico dopo il diploma di maturità artistica. Per un decennio, si è dedicato al design per un’importante azienda torinese, ma ha sentito il richiamo della natura e dell’Arte. Questo lo ha portato a cambiare vita, cercando una connessione più profonda con ciò che lo circonda. Si afferma rapidamente, vincendo premi e partecipando a eventi prestigiosi, come il Premio Arte Mondadori e la 54° Biennale di Venezia. Nel 2013, realizza tre installazioni dal titolo Codice Temporale per il MACS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) di Catania, creando 112 ritratti che raccontano il mutare dei tratti somatici nel tempo. Questo percorso visivo invita lo spettatore a riflettersi, come davanti a un grande specchio sul proprio passato e futuro. Nel 2016, con la mostra personale “It’s Life a Chicago, irrompe sulla scena figurativa statunitense. Le sue opere hanno trovato spazio nelle gallerie più influenti e partecipato a fiere prestigiose in città come Hong Kong, Londra, New York e Miami.

VALERIA VACCARO

    

Valeria Vaccaro ha saputo sviluppare un linguaggio scultoreo unico, in cui la monumentalità del marmo si sposa con profondi temi di fragilità e transitorietà. Utilizzando il pregiato marmo bianco di Carrara, le sue opere evocano la texture e l’estetica del legno, creando un affascinante gioco di illusioni. Le sculture come Urban Platform e Handle With Care si presentano inizialmente come casse e pallet da imballaggio, elementi comuni e quotidiani, ma che, una volta toccati, rivelano la loro vera natura. Questa sorprendente trasformazione stimola una riflessione profonda: lo sguardo percepisce il legno e la sua familiarità, mentre il tatto svela la durezza e la freddezza del marmo. Vaccaro invita l’osservatore a esplorare le contraddizioni della vita moderna, dove l’apparenza e la sostanza spesso si scontrano, lasciando un segno indelebile nella mente e nel cuore.

Nata a Torino nel 1988, Valeria Vaccaro frequenta il Liceo Artistico e studia scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Dal 2005 espone regolarmente in mostre personali e collettive in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Montenegro, partecipando anche a fiere di settore. Tra il 2013 e il 2015 partecipa alla Biennale itinerante europea JCE Jeune Création Européenne. Nel 2015 espone a Exhibit a Torino e al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivara. Nel 2017, in occasione dell’Art Prize CBM, vince una menzione speciale dalla città di Torino e nello stesso anno è tra i vincitori dell’ArTeam Cup 2017. Nel 2021 viene selezionata per esporre alcune sue sculture nell’ambito di BAG Bocconi Art Gallery a Milano. Nel 2022 è la vincitrice del Secondo Premio Fondazione VAF IX Edizione, riconosciuto dalla prestigiosa Fondazione tedesca per promuovere posizioni innovative nell’arte contemporanea italiana.

Richiedi contatto   

PUNTO SULL’ARTE

Galleria d’arte

Viale Sant’Ant0nio 59/61, Varese (Italia)

T. (+39) 0332320090

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