Marco Andolfi è un collezionista privato e la sua esposizione di opere d’arte si trova ad Ascoli Piceno in collaborazione con Casabella Design srl. Lì è possibile visionare parte della collezione ambientata con arredamento e design uno showroom unico. La sua passione per l’arte nasce da lontano e la racconta lui stesso: «In una società ormai cieca alla bellezza e insensibile ai sentimenti, spetta all’arte il compito di salvare il mondo. Di fronte all’uomo contemporaneo che ha perduto anche solo la speranza di sognare, spetta all’arte riaccendere la scintilla. L’artista è, infatti, colui che può ancora donare forma e materia ai sogni, è colui che può dare corpo alle emozioni ed ai sentimenti. La meraviglia è sia fuori che dentro di noi… ma per coglierla bisogna rieducare l’uomo allo stupore. Quella sensazione che provammo la prima volta che abbiamo visto la neve o che ci siamo tuffati nel mare, quella magia del primo bacio, del primo innamoramento. Risvegliare la capacità di sognare e di vedere la bellezza nell’essere umano è una missione della pittura. Di fronte ad un Van Gogh o un Raffaello, come davanti ad un’alba o un tramonto, non si può rimanere indifferenti. Il pittore possiede tanto il saper sognare, quanto la testardaggine di Icaro ed è pronto a librarsi con le ali di cera pur di volare… ed allo stesso tempo non resiste alla tentazione di avvicinarsi alla luce, al calore e alla bellezza del sole. Così ogni pittore mette tutto sé stesso nella sua opera; essa è un volo verso la luce per il quale è disposto a sacrificarsi… perché è meglio morire d’emozione che vivere senza! L’artista è colui che getta il cuore oltre l’ostacolo e come Ulisse si lancia oltre le Colonne d’Ercole, perché l’uomo anela all’infinito. L’arte, allora, tenta l’ardua impresa di chiudere l’universo in una scatola ed offrirla ni dono all’osservatore/lettore. Il pittore lascia fuoriuscire il colore che gli scorre nelle vene, misto ale emozioni che bussano dal cuore. In ogni opera è impressa al storia di chi crea, il suo mondo interiore, al sua memoria, il suo ricordo, al sua essenza. Fondamentale diviene, così, il ruolo del pubblico: li motto è Creo ergo sum che dvieine nela pitura Tu vides ergo ars est! Tra chi vede e chi scrive, infatti, si instaura una relazione amorosa e sensistica che genera un’osmosi esistenziale: l’opera vive grazie all’osservatore, l’osservatore toma ala vita grazie all’opera. Come da un lungo tunnel minerario l’uomo esce dal labirinto, l’arte è il filo d’Arianna che dal buio lo conduce a ‘riveder le stelle’». MARCO ANDOLFI
Vedi anche: